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Quella delle "Fedi chianine" è una tradizione aretina quasi perduta. Già dal tempo degli Etruschi ad Arezzo ci sono laboratori artigiani. Su questa tradizione gli orefici cominciarono una nuova produzione alla fine del Settecento per la richiesta di immagini della Madonna del Conforto il cui miracolo (1796) segnò profondamente la città. Questi artigiani crearono, insieme a quelli con l'effige della Vergine, anche "i chianini", diffusi in diverse fasce sociali. La consuetudine in Valdichiana di usarli come dono nuziale li diffuse fino all'inizio del Novecento ed oggi ne sopravvivono pochi esemplari. Le caratteristiche di questi oggetti sono ben definite. Un gioiello chianino è leggero, luminoso e abbastanza grande. Quasi sempre ha la forma di un fiore con un giro di vetri, pietre semipreziose o perle di otto castoni più il centrale. L'oro è ramato, quindi rossiccio e non giallo. Monta perle, cristalli di rocca, granati, vetri colorati, paste vitree, tormaline e qualche turchese. Le montature presentano 20 modelli diversi: tutte leggerissime montate a fiore per un tipo e a riviera per un altro.